TESTI - GRAFICA E ARCHIGRAFIA

ARCHIGRAFIA
La grafica interviene sugli elementi architettonici e trasforma gli spazi costruiti in un momento di comunicazione.
C’è un’area della progettazione (nella quale intervengono sia competenze culturali bidimensionali sia discipline compositive di carattere tridimensionale) che non sempre è oggetto di analisi e di attenzione critica proprio per la sua marginalità
rispetto ai grandi modelli di comportamento progettuale: questa area comunicativa è l’archigrafia, cioè quando la grafica interviene in modo forte, trasformando anche
architettonicamente i supporti, i materiali, le pareti.
Forse è meglio parlare di supergrafica, cercando di avvicinarla sempre di più a una teoria e pratica di disegno industriale, con queste specificità progettuali: la soluzione volumetrica, la permanenza dell’oggetto comunicativo, la stretta complementarietà tra forma e contenuto, tra esterno ed interno, la spettacolarità progettuale di tipo contestuale. 
In effetti è un problema di contesto, di progettazione ambientale; contesto nel suo significato storico-geografico, quindi strettamente connesso alle tradizioni e alle convenzioni culturali. 
L’architetto tradizionale molto spesso non è capace di fare questa operazione di ristrutturazione, di riprogettazione: dovrebbe intervenire su una testimonianza storica preesistente e non sa adeguare le sue forti connotazioni strutturali ad una semplice esigenza funzionale di tipo comunicativo.
In alto pagina della rivista ART GM (Anno III, N. 3, pag. 32)
- (a sinistra) Lettere di un alfabeto, liberamente basato su la Danza della Morte di Hans Holbein, stampato nel 1538 a Lione da Melchior e Gaspar Trechsel.
- (in alto) Lettera A, di autore anonimo statunitense, relativa ad un alfabeto progettato nel secolo diciannovesimo.
- (in basso) Lettera R, estrapolata dal Nejw Kunstliches Alphabet di Johann Theodor de Bry, stampato a Francoforte sul Meno nel 1595.